I rapporti culturali tra il Perù e l’Italia -paesi con culture millenarie- sono molto proficui, e comprendono vari ambiti di promozione e protezione, che sono particolarmente rilevanti per entrambi i Paesi, quali: la diffusione e promozione della cultura peruviana attraverso attività culturali e gastronomiche, azioni di cooperazione nell’ambito della difesa del patrimonio culturale e la cooperazione accademica tra università, per esempio.
Bollettino Culturale del Ministero delle Relazioni Estere “Chasqui” |
CULTURA
Situato nella parte centro-occidentale dell’America del Sud, il Perù è un Paese che possiede una incomparabile ricchezza culturale, nonché un territorio di grande bellezza e una geografia diversificata. Ci sono tre regioni naturali chiaramente differenziate (costa, sierra e foresta), che offrono molteplici possibilità per lo svolgimento di attività culturali e turistiche. Si può godere di una piacevole escursione attraverso gli annali della nostra storia, visitando luoghi come Cusco, Sipán, Chavín, Nazca, Chan Chan, Kotosh. Si può entrare in contatto diretto con la natura nelle riserve e nei parchi nazionali presenti a Iquitos, Paracas, Madre de Dios, Lachay e Piura, per citarne alcuni. Inoltre, per un turismo di avventura si possono visitare il Callejón de Huaylas, Lunahuaná o il Canyon di Cotahuasi.
MUSICA
Il Perù ha un ricchissimo folclore andino e un grande patrimonio musicale popolare nella zona costiera. Ogni regione si identifica per la propria musica, che fa parte della tradizione e del patrimonio artistico e culturale. La musica nativa su scala pentatonica è anonima. A Daniel Alomía Robles (compositore del famoso Cóndor Pasa) e a Mercedes Ayarza de Morales si deve la prima raccolta. Huayno e yaraví sono i temi più rappresentati nelle melodie native. Gli strumenti usati, quali l’arpa, il violino, la quena (il piffero di canna) e il warapucro hanno origini ispano-meticce. Felipe Pinglo fu il primo grande compositore popolare di musica peruviana della costa. Valzer, polka e marinera sono espressioni tipiche di questa musica costiera. Di influenza africana sono le arie popolari como il festejo, l’alcatraz e la zamacueca. Tra gli autori contemporanei segnaliamo César Miró, Augusto Polo Campos, Alicia Maguiña e la compositrice Chabuca Granda (La Flor de la Canela), i cui valzer hanno avuto una diffusione a livello internazionale.
Video di Marca Perù “Il Perù in Nebraska”: Il Diritto di Mangiar Bene
“Cucinare bene e avere conoscenze circa la buona cucina è, forse, la consuetudine più diffusa tra i peruviani. Mangiamo di tutto e in tutte le occasioni. Quando nasce un bambino, quando muore un anziano, quando i bambini diventano adulti, quando vogliamo dire la verità o una bugia, per sedurre, convincere o amare. Testimone in ogni occasione, una tavola ben servita.
Quando sentirà dire a un peruviano che la nostra è la miglior cucina, ricordi sempre che questa niente affatto ingenua sfrontatezza è conseguenza del pensare che, se di sesto senso si tratta, noi peruviani abbiamo due volte quello del gusto.
La nostra identità si basa sulla cucina: siamo commensali esigenti e, molti, magici cuochi. La democrazia la viviamo sulle nostre tavole: ci sarà sempre spazio per un cebiche di sogliola, per un pisco sour o un riso con l’anatra alla chiclayana.
La nostra capacità di integrarci la esprimiamo mangiando chifa, nome proprio della cucina cinese in Perù. Interminabili e colorati banchetti che esigono silenzio e disciplina, boccone dopo boccone, ci permettono di apprezzare ciò che veramente significa diversità”. (Fonte: Perù Mucho Gusto)
IL PISCO
Il Pisco è l’acquavite peruviana ottenuta dalla distillazione del prodotto della fermentazione esclusiva del mosto d’uva (succo d’uva), seguendo le pratiche tradizionali stabilite nelle zone produttrici, previamente riconosciute e dichiarate come tali dalla legislazione nazionale. Le uniche aree in cui si produce Pisco sono la costa delle regioni di Lima, Ica, Arequipa, Moquegua e le valli di Locumba, Sama e Caplina della regione di Tacna in Perù. Nella costa del Perù ci sono una valle, un fiume, un porto e una città chiamati, dagli inizi dell’epoca della Colonia, Pisco.
Diversi cronisti come Guamán Poma de Ayala, Pedro Sarmiento de Gamboa, Fray Martín de Murúa, Bernabé Cobo e Pedro Cieza de León testimoniano l’esistenza di questo riferimento geografico dagli inizi della Colonia, enfatizzando, inoltre, la coltivazione della vite nonché l’elaborazione di vini e acquavite in questa zona. Inoltre, Miguel Cabello de Balboa, nelle sue “Misceláneas Antárticas”, scritte nel 1586, menziona espressamente le valli di Ica, Yumay e Pisco nel descrivere la costa sud del Perù.
Dal XVII secolo, come raccontano diversi cronisti ed altre fonti storiche, si crea l’interazione di una terra propizia alla coltivazione dell’uva, con una cultura tecnologica sviluppata nelle valli del sud del Perù, da dove nasce l’acquavite di Pisco. La storia del Pisco è, dunque, la storia di un incrocio di razze che arricchisce la nostra cultura e che riconosciamo tutti come parte della nostra identità nazionale, dentro e fuori dalle frontiere del Perù.
Il legame del Pisco con la geografia e la toponimia peruviane è indiscutibile. L’acquavite di Pisco, liquore tradizionale del Perù e "prodotto bandiera", oggi offre al mondo la sua qualità cha affonda le proprie radici in un passato assai lontano.